Il modello copernicano di universo che vedeva il Sole al centro al posto della Terra sarebbe stato accettato dalla Chiesa soltanto nel 1757, per opera di Papa Benedetto XIV. Tuttavia, ben prima di allora, nel 1726, il Cardinale Giovanni Antonio Davia (1660-1740), aveva donato all’Istituto delle Scienze di Bologna una sfera armillare eliocentrica, segno che i tempi stavano già mutando.

Del resto l’interesse della Chiesa per le osservazioni astronomiche era ben noto e si era manifestato nella stessa città di Bologna col finanziamento elargito, nel 1711, da Clemente XI, al Conte Luigi Ferdinando Marsili per la costruzione della Torre della Specola di Bologna. Il pontefice era stato favorevolmente impressionato dagli otto dipinti, denominati proprio Osservazioni astronomiche, che Marsili aveva fatto realizzare per lui dal pittore Donato Creti con l’intento di mostrargli l’aspetto dei corpi celesti visti con l’ausilio dei telescopi.

La promozione delle osservazioni astronomiche da parte della Chiesa sarebbe proseguita negli anni successivi ad opera di diversi papi attraverso l’utilizzo dell’ Osservatorio del Collegio Romano (1774-1878), dell’ Osservatorio del Campidoglio (1827-1870) e della Specola Vaticana nella Torre dei Venti (1789-1821). Nel 1891 Papa Leone XIII avrebbe rifondato formalmente la Specola Vaticana nella Torre S. Giovanni nei giardini vaticani e nel 1930 papa Pio XI avrebbe spostato la Specola Vaticana nella residenza papale estiva di Castel Gandolfo affidandone la gestione ai Gesuiti (1930).

 

Nel 1981 i gesuiti della Specola Vaticana avrebbero fondato un secondo centro di ricerca, il Vatican Observatory Research Group (VORG), sul Monte Graham vicino a Tucson in Arizona.