Nel 1711 il conte Luigi Ferdinando Marsili, generale, scienziato e astronomo bolognese, commissionò al pittore Donato Creti una serie di dipinti che costituisce la prima rappresentazione organica del sistema solare secondo le cognizioni del tempo. Ognuna delle otto Osservazioni astronomiche vede protagonista un astro, ingrandito come se osservato al telescopio: il Sole, la Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, la Cometa, ormai riconosciuta tra i corpi celesti.  Dei due pianeti interni e di Marte sono rappresentate le fasi, sul disco di Giove sono evidenziate le bande e la macchia rossa, Saturno è circondato dal tipico anello; mancano Urano e Nettuno che verranno scoperti nel 1781 e nel 1846.

I dipinti a olio sono esposti nella Pinacoteca dei Musei Vaticani, mentre a Bologna (Pinacoteca Civica) si conserva un pregevole disegno preparatorio ad essi correlato.

Nelle composizioni ben si esprimono il talento di paesaggista e la vena arcadica del Creti, che assimila armonicamente entro ariosi e silenziosi scenari notturni alcuni eleganti personaggi, colti nell’atto di osservare gli astri attraverso telescopi e altri strumenti ottici. Questi strumenti, raffigurati realisticamente sotto il controllo dell’astronomo Eustachio Manfredi, rappresentano quelli collezionati dal conte Marsili e dallo stesso messi a disposizione dell’Istituto delle Scienze di Bologna.

L’inedita serie di quadretti venne espressamente concepita per farne dono al papa Clemente XI (Albani, 1700-1721), così da sensibilizzarlo all’esigenza di costruire una nuova Specola a Bologna, seconda città per importanza dello Stato della Chiesa. L’iniziativa andò a buon fine portando, con il sostegno della Santa Sede e l’allocazione di 2.400 scudi, all’istituzione del primo osservatorio astronomico pubblico d’Italia presso l’Istituto delle Scienze nel palazzo Poggi.