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Luigi Ferdinando Marsili (Bologna 1658 - 1730)

Penultimo di sei figli di un’antica famiglia senatoria bolognese, mostrò fin dall’adolescenza uno spiccato interesse per le scienze, favorito anche dai frequenti viaggi che fece col padre e gli permisero di visitare con assiduità l’orto botanico di Padova e di salire fino al cratere del Vesuvio. Successivamente, gli stretti contatti che ebbe con Geminiano Montanari e Marcello Malpighi, sostenitori e promotori del metodo galileiano, accesero ancor di più la sua naturale inclinazione allo studio dei fenomeni naturali. L’interesse per i viaggi e le esplorazioni, uniti probabilmente ad una delusione amorosa, lo spinsero ad arruolarsi, nel 1682, nell’esercito di Leopoldo I, imperatore del Sacro Romano Impero. Ferito e catturato dai turchi, mentre era impegnato a difendere il fronte ungherese lungo il Danubio, fu venduto come schiavo e dovette assistere all’assedio di Vienna, tra le fila dei nemici. I turchi però furono sconfitti (il 12 settembre del 1683) e Marsili riuscì a riscattare la sua libertà e a riprendere, nel 1684, la carriera militare giungendo ad ottenere il grado di Colonnello.

Nel 1704 tuttavia venne accusato, assieme al suo comandante, di non aver difeso in modo soddisfacente la città di Breisach, che era stata posta sotto assedio durante la guerra di successione spagnola e per questo motivo fu degradato e spogliato di tutti i suoi averi. Marsili tentò di ottenere giustizia per quell‘accusa infamante ed infondata ma le sue richieste furono vane e così, dopo aver trascorso due anni in Francia ove era stato accolto, con tutti gli onori, dal Re Sole, decise di dar forma ad un’idea che aveva da diverso tempo: quella di fondare nella sua città natale un istituto delle scienze.

Già nel 1702 aveva fatto costruire una Specola nel suo palazzo di famiglia, in via D’Azeglio a Bologna e vi aveva posto a dirigerla un giovane brillante, Eustachio Manfredi (1674-1739), che intorno al 1690 aveva dato vita  all’Accademia degli Inquieti, il cui fine era lo studio delle scienze sperimentali. L‘Accademia di Manfredi non aveva una sede, così Marsili, nel 1705, decise di ospitarla nel palazzo di famiglia. Avversata fin da subito da Filippo, fratello di Luigi Ferdinando, l‘Accademia fu definitivamente scacciata da palazzo Marsili nel 1709, un evento che provocò in Luigi Ferdinando la decisione di donare tutte le sue collezioni e i suoi strumenti scientifici alla città di Bologna che però avrebbe dovuto trovare per essi una collocazione adeguata. Il Senato di Bologna non si espresse favorevolmente sia per l’impegno finanziario, sia per non dare ombra all‘università, la cui sede era l'Archiginnasio ma Marsili non si arrese e riuscì a convincere il Senato ad acquistare Palazzo Poggi entro cui collocò il suo Istituto delle Scienze e l‘Accademia delle Scienze (ideale proseguimento dell'Accademia degli Inquieti) e grazie al finanziamento elargito da Clemente XI nel 1711 fece edificare sopra palazzo Poggi la Specola in cui, una volta terminata, nel 1725, collocò tutti i suoi strumenti astronomici e di cui primo direttore fu il Manfredi.