"La foresta, passando attraverso lo spirito dell’uomo è divenuta parco per un re”, dice Rudolph Borchardt in Il giardiniere appassionato. Il cinema sembra sottolineare questo passaggio dal folto della vegetazione spontanea all’ordine allargato degli spazi verdi, nelle grandi aree che si dispiegano attorno alle ville, alle tenute di campagna e alle residenze regali.
Particolarmente qui, dentro il parco, la tecnica cinematografica rivela la sua natura architettonica, il piacere intellettuale e creativo che sa combinare ritmo, composizione e punti di vista. Il giardino delle aree vaste, nei suoi vari modelli (Versailles, Hampton Court o Stowe) propone, lungo i secoli, giochi d’invenzione prospettica capaci di organizzare una vera e propria teatralità della natura. In questo è complice l’arte topiaria (ars topiaria): l’arte della potatura che modella alberi e siepi in forme geometriche o di fantasia a scopo ornamentale.
Nel parco, le forme vegetali si prestano a essere analizzate come un atelier en plein air.