Cos’è un giardino agli occhi del cineasta-osservatore?
L’esercizio di una passione, un esperimento dei sensi e della conoscenza, ma anche l’unione della parola innamorata con la natura che sembra racchiuderla in un ornamento prezioso; il legame tra affetti e memoria dei luoghi; la prova di paura che certi giardini ispirano. Ovunque s’afferma un piano unificatore, uno schema di intenzioni e di tecniche, di idee e procedimenti in un sistema di raffigurazioni che grazie al montaggio lega e giustappone le zone di verzura all’ampliarsi delle vedute, in rapporto alla risonanza di emozioni umane. 

Il cinema ricrea lo spazio-giardino in un repertorio di scene esemplari.

Lasciamo ora che le immagini si dispieghino davanti al nostro sguardo, così come alcuni registi le hanno mostrate: facendo riferimento ai luoghi del fare e del contemplare, ai rifugi d’amore, ai siti dell’anima, agli spazi dell’inquietudine.