Ed ecco il teatro dichiararsi esplicitamente nel gioco delle quinte verdi delle siepi sagomate come pareti, con le entrate e le uscite tra fessure che conducono a una fontana o a un improvviso slargo scenografico.
Ecco che la macchina da presa può elaborare il movimento scivolando tra le aperture, sfruttando l’artificio dell’apparato vegetale con i suoi congegni tecnici: questo gioco lascia e riprende le figure che vi si muovono in piena libertà espressiva.
È qui che avviene l’eterno gioco della gelosia e della seduzione: tra roseti e panchine di pietra si ambientano le prove di un Molière di Ariane Mnouchkine o si apre un sipario all’aperto per Shakespeare (Molto rumore per nulla di Kenneth Branagh: MOVIE).
E poi, set inondati di fiori, umori sentimentali del Musical (The Band Wagon, di Vincente Minnelli) tra siepi artificiali, rapimenti di una passione provinciale sbocciata danzando su un pontile (Picnic di Joshua Logan).