È strettissima la relazione che s’instaura tra il piacere di comporre e curare con le proprie mani un giardino, l’incanto che si prova nell’esplorarlo e la gioia di osservarne gli effetti estetici sottolineati dal potere dell’inquadratura. L’arte del giardino è tanto fisica quanto psicologica perché il giardiniere partecipa intensamente, in un’attitudine amorosa, alla nascita, alla crescita e all’educazione delle piante (Il giardino indiano di Mary Mc Murray; 2002: La seconda odissea di Douglas Trumbull; Edward mani di forbice di Tim Burton; Il giardino segreto di Agniezska Holland).
Il giardino è anche un intenso esercizio dei sensi, una palestra di apprendimento delle leggi fisiche e dell’educazione al linguaggio in un confronto con il mondo circostante.
MOVIE: Anna dei miracoli (1962)
Altri film (Green Card di Peter Weir), invece, si soffermano sulle serre e i giardini pensili: chiusi in un padiglione o collocati sui tetti delle case, raddoppiano l’idea di luogo recintato e separato per divenire spazio personale, raggiungibile solo a condizione d’esservi invitati.