Jean-Marc Gaspard Itard (Oraison 1775-Parigi 1838), allievo di Pinel, è ritenuto il fondatore della Pedagogia Speciale.
Il 31 dicembre 1800, viene chiamato a lavorare, a Parigi, presso l’Istituto dei sordomuti, fondato dall’abate Roch Ambroise Sicard (1742-1822). Qui, lavora sull’importanza dell’apprendimento della lettura labiale e sull’uso dell’apparato vocale da parte della persona sorda; scrive molti testi sul mutismo e i metodi d'insegnamento della lingua ai sordi e ai muti e nel 1821 pubblica Traité des maladies de l’oreille et de l’audition, tra i primi testi più completi su questa disciplina.
Nel 1799, prende in carico Victor, il ragazzo selvaggio trovato nelle foreste del centro-sud della Francia in Aveyron.
Si tratta della prima esperienza pedagogica seria con un ragazzo considerato “idiota” e quindi ineducabile, descritta da Itard nel suo Memoire et rapport sur Victor de l’Aveyron (1801-1806).
L’esperienza educativa con Victor, il ragazzo selvaggio dell’Aveyron
Jean-Marc Gaspard Itard incontra Victor nel 1799, quando il ragazzo viene catturato nei boschi della Caune nell’Aveyron, il medico si dedica totalmente all’educazione del “selvaggio”, a cui assegna anche un nome conferendogli per la prima volta un’identità.
Itard si pone degli obiettivi da far raggiungere a Victor:
- acquisire il sentimento di socialità vivendo nella comunità umana;
- estendere “la sfera delle sue idee” creando dei nuovi bisogni e moltiplicando le opportunità di apprendimento;
- condurre Victor all’uso della parola;
- esercitare “le operazioni dello spirito” iniziando da operazioni concrete e cose pratiche.
Itard procede per tentativi ed errori, usa metodi e strumenti diversi per osservare e favorire gli apprendimenti di Victor mentre Madame Guérin, la governante cura gli apprendimenti legati alle autonomie domestiche usando l’affettività e la tecnica del maternage.
In sintesi, Itard adotta uno sguardo pedagogico che si sofferma sull’educazione senso-motoria alla base dei processi intellettivi (Condillac), sul linguaggio dell’azione, sulla relazione empatica (il ruolo complementare di Madame Guérin che cura la sfera affettiva), sul sentimento dell’eguaglianza (Rousseau) e sulla socialità.
Tutto ciò porta Itard a criticare quello che chiama “la metafisica delle idee innate” e a credere piuttosto nella forza dell’esperienza educativa. Mette in discussione il modello dell’osservazione che tende a giudicare e a classificare: “Accorsero in massa, lo sì guardò senza osservarlo, lo sì giudico senza conoscerlo e poi non se ne parlò più”.