È necessario cercare di chiarire i concetti a cui si fa riferimento. A questo proposito si vuole evidenziare un aspetto comune ai due processi di integrazione e di inclusione. Come affermano Armstrong e Barton (2007), l’inclusione, pur essendo sensibile alle diversità individuali, riguarda la comunità nel suo complesso e ha come obiettivo la rimozione di tutte le barriere sociali, economiche e politiche che ostacolano il processo di apprendimento di tutti gli alunni: tale obiettivo tuttavia si può affermare rientri in quelli perseguiti anche dall’integrazione, secondo l’accezione del termine elaborata dalla pedagogia speciale a cui si riferisce la normativa italiana.
L’integrazione infatti, pur rivolgendosi in particolare a coloro che presentano un deficit riconosciuto con certificazione sanitaria, volendo attivare dei processi di riconoscimento atti a garantire la valorizzazione delle potenzialità della persona deficit e i suoi diritti di cittadinanza, comporta necessariamente un cambiamento dal punto di vista istituzionale, organizzativo, culturale che va a beneficio non solo di coloro che presentano bisogni educativi speciali, ma di tutti, producendo una crescita civile e sociale dell’intera comunità. L’ottica comune è quella di elaborare un progetto di organizzazione scolastica che si pone strutturalmente come una comunità solidale, a servizio dell’apprendimento di tutti e di ognuno, rispettando le differenze individuali, mediante l’individualizzazione e la personalizzazione dei processi formativi. Continua a leggere…