Coloro che realizzavano statue buddhiste erano chiamati busshi e dal X secolo furono quasi esclusivamente monaci, anche se molti di loro non svolgevano funzioni sacerdotali. Realizzare una statua buddhista era considerata in quanto tale un'attività di culto e al suo completamento la statua era consacrata dai monaci con la cerimonia dell'apertura degli occhi (kaigen).

Inizialmente la lavorazione di una statua era soggetta a numerose regole come il modo per ottenere il legno, la particolare disciplina cui dovevano sottoporsi gli scultori, la recitazione di un mantra da parte di un monaco durante il lavoro, tuttavia nel tardo periodo Heian quando la produzione di statue buddhiste conobbe un enorme sviluppo, queste norme si ridussero ad atti simbolici eseguiti solo per realizzare statue dal particolare valore religioso.

Tra gli artisti conosciuti: Jōchō, Higo Jōkei, Inken, Tankei e Kōsei.