Dopo qualche giorno o alcune settimane di scarabocchi, il bambino scopre la cosa più fondamentale del disegno: un simbolo tracciato sulla carta può rappresentare un oggetto che sta là, nel mondo esterno.
Egli traccia un cerchio, lo guarda, aggiunge due segni al posto degli occhi, guarda il disegno e dice:
“La mamma”
“Il Babbo”
“Questo sono io”
“È il mio cane”.
Il cerchio è un simbolo universale: ogni bambino lo usa e può rappresentare pressoché tutto: una persona, un gatto, il sole, una medusa, un elefante, un coccodrillo, un fiore o un microbo.” Ogni cerchio rappresentava ciò che di volta in volta dicevate che fosse, anche se alla forma base apportavate modifiche sottili e commoventi.
Il bagaglio di immagini del bambino diviene più complesso e riflette una maggiore consapevolezza e percezione del mondo esterno verso i tre anni e mezzo, quando alla faccia viene aggiunto un corpo; le braccia più spesso sono attaccate al corpo e inoltre compaiono le gambe.
A quattro anni il bambino dimostra un grande interesse per i particolari degli abiti e nei suoi disegni compaiono bottoni e cerniere.
Fanno la loro comparsa anche le dita, sia alle estremità di braccia o mani che a quelle dei piedi in fondo agli arti inferiori.
Il numero delle dita varia molto ed è affidato alla fantasia (è capitato di contare fino a trentun dita su un’unica mano e un minimo di un solo dito per un piede).