Nel 1977, Bruno Munari crea i primi laboratori per bambini nei musei. I laboratori, denominati “Giocare con l’arte”, hanno la funzione di far conoscere ai bambini il linguaggio della comunicazione visiva, senza costrizioni, senza temi da svolgere. La sua metodologia, infatti, si basa sul “fare per capire” e sul “dire come fare e non cosa fare”. 
I bambini attraverso il gioco vengono abituati all’osservazione visiva, alla classificazione, a mettere in relazione oggetti diversi, a provare accostamenti inusuali. Il fine dei suoi laboratori è di portare i bambini a ricercare ciò che si nasconde sotto la superficie delle cose. 

Munari, influenzato dal pensiero di Jean Piaget, inventa un metodo di educazione plurisensoriale per comunicare ai bambini il massimo di informazioni allo scopo di aiutarli a formare una mentalità creativa ed elastica. Un bambino che impara che il cielo non è sempre e solo blu è per Munari, un bambino che in futuro saprà trovare più soluzioni creative ad un problema che sarà più pronto a discutere e a non subire. Per Munari, "conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare”.