La città-che-non-c’è. I “classici” per l’infanzia 

A cura di Giorgia Grilli 

Città e letteratura per l’infanzia sono legate in maniera indissolubile, se pure paradossale, dal momento che i grandi classici per ragazzi – collocabili tutti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento – sono da un lato usciti in concomitanza col travolgente processo di urbanizzazione in Occidente, ma si caratterizzano per un’ambientazione rigorosamente non urbana e un implicito rifiuto della vita cittadina, a cui oppongono un ritorno alla natura. Chiedersi perché ci aiuta a capire, della città, qualcosa che solo i libri per bambini, forse, hanno saputo e voluto dire. 

Streetwise children: bambini e metropoli da Dickens a Lethem 

A cura di Silvia Albertazzi 

Scopo del mio intervento è mettere a confronto due romanzi in lingua inglese di epoche differenti in cui i protagonisti sono costretti nell’infanzia ad affrontare e negoziare da soli gli spazi cittadini- David Copperfiels di Charles Dickens e The Fortress of Solitude di Jonathan Lethem – e scoprire, analizzando il modo in cui l’uno a Londra e l’altro a Brooklyn imparano a conoscere e vivere la città, quanto del grande classico inglese è passato al contemporaneo americano (che non esita a definirsi suo seguace).