Il gioco e la città 

A cura di Roberto Farné  

La città come spazio abitato dell’infanzia con i suoi giochi è un’immagine che evoca un tempo passato prossimo, non remoto. È cambiata la città, è cambiata l’infanzia e sino cambiati anche i giochi in questi ultimi decenni. Non si tratta di evocare nostalgie di paesaggi urbani fatti di cortili, strade, spazi liberi, territori abitati dai bambini con i loro giochi. La pedagogia fa i conti con il passato, opera nel presente ma tiene lo sguardo sul futuro. E allora il problema è uno: riconsegnare all’infanzia quelle esperienze fondamentali per la formazione che le sono state sottratte e che in passato le appartenevano “per default”. Su questo l’Outdoor education e l’Outdoor learning sono un orientamento di pedagogia critica e propositiva che cerca di sviluppare analisi, strategie e responsabilità. 

 

Abitare l’emergenza: bambini difficili in una città difficile 

A cura di Fausta Sabatano  

Quale “città”, quale “abitare”, “quale modo di giocare” appartengono all’esperienza di bambini che vivono in una condizione di emergenza socio-culturale? Il contributo intende proporre una riflessione sulla qualità dell’azione educativa in un contesto di particolare difficoltà, quale quello di alcune zone della regione Campania. A tale scopo, si descrive quanto, da oltre 10 anni, si realizza nel Progetto Integra con bambini che non si possono definire “a rischio”, ma “oltre il rischio”, perché non rischiano, ma hanno già subito violenze, abbandono, deprivazione. Con loro ed i loro genitori, si cerca di costruire progetti di vita autonomi e realmente emancipativi.  

Progetto europeo “CITY- Children in the citY. Growing up in activated spaces” 

A cura di Raffaela Mulato  

Città poco accessibili negano il diritto di crescere sani, sicuri e autonomi. Spazio movimento sono fattori chiave per sviluppare competenze motorie e cognitive, per sviluppare apprendimenti significativi, per favorire la partecipazione e la cittadinanza attiva. Forme e funzioni della città, a partire dagli anni 50, hanno influito sulla vita dei suoi abitanti, modificandola profondamente. Urbanisti e architetti hanno progettato città, quartieri, infrastrutture pensati per adulti, lavoratori, per lo più automuniti, alimentando il traffico motorizzato e privato. In questo processo di scelte e trasformazioni urbane le esigenze di bambini e ragazzi e i loro diritti in un ambiente di vita sano e a una mobilità autonoma e sicura sono stati ignorati.  

Esperienze di laboratori con i cinque sensi ci hanno fatto capire che gli orizzonti sensoriali dei bambini si sono drasticamente ridotti. I bambini stanno perdendo i sensi? Se così è, come possono scoprire il proprio corpo, se non sanno dare un nome alle sensazioni che provano; come possono conoscere e dare un nome al “corpo del mondo”? essere fuori dal proprio corpo significa essere fuori dalla propria cultura, non avere strumenti per conoscerla ed esserne parte attiva (cittadinanza). Come “liberare i bambini” dai vincoli di protezione che impediscono loro di imparare facendo, di muoversi in autonomia senza l’accompagnamento adulto? 

Il progetto CITY, nato come esigenza di riflessione a 3 anni dall’avvio del progetto “I mille in movimento” per la riqualificazione degli spazi scolastici del quartiere, ha come sfondo l’idea di una scuola in movimento ( www.movingschool21.it ) : richiama un’immagine concreta, che ha a che fare con la fisicità, dei corpi e degli spazi che li ospitano, ma è anche metafora:  significa “ mettere in movimento le risorse intellettuali e creative per riflettere e promuovere una scuola e una città sana, con tempi e spazi che ci permettono di stare bene”.