La nascita dell’istituto correzionale bolognese va ricondotta alla figura del Cardinale Legato Giuseppe Spina, personaggio cardine nell’organizzazione della politica assistenziale del governo della città tra il 1818 e il 1827.

I motivi che determinarono la nascita dell’istituzione furono divulgati tramite un Editto, integrato da un apposito regolamento. Le prime righe dell’Editto costituiscono una sintetica quanto efficace dichiarazione d’intenti:

"L’Ozio sorgente d’ogni vizio, spingendo purtroppo a mano 

a mano coloro, che vi si abbandonano, ai più gravi delitti, 

esigeva in questa popolosa Città, e Provincia un pronto 

riparo, che allontanasse dalla Società i traviati, e rinchiusi 

in un apposito Stabilimento venissero sottoposti ad un 

regolato tenor di vita, in cui le morali cristiane istruzioni 

unite ad un giornaliero travaglio fossero valevoli a  

correggere e migliorare il costume, e renderli utili e 

pacifici Cittadini”.

L’ozio, il vagabondaggio, la frequentazione assidua delle osterie, la smodata dedizione ai piaceri erano considerati deprecabili vizi, mentre la strada costituiva una pericolosa attrattiva, un ambiente di tentazione e sfacelo, da cui era opportuno allontanare gli individui più a rischio, per ricondurli nel Reclusorio e contribuire di conseguenza al progresso morale della società intera. Risultava di estrema importanza enfatizzare ed esacerbare gli aspetti segreganti e disciplinanti dell’istituto, di modo che l’intera città potesse trarre vantaggi dall’educazione dei reclusi.

Inaugurata il 22 settembre 1822 presso i locali dell’Abbadia dei Santi Naborre e Felice, un edificio di notevoli dimensioni situato tra gli attuali via dell’Abbadia e vicolo Otto Colonne, la Casa Provinciale di Correzione prese il nome di Reclusorio pei discoli o Discolato, dal termine con il quale si era soliti chiamare i detenuti al suo interno.

Nello stesso complesso avevano sede anche la Casa provinciale di Lavoro e la Casa di Pubblica Beneficenza, istituite per sopperire alle condizioni di miseria diffusa in larghi strati della popolazione bolognese.