Come è possibile, oggi, esplorare l’antico mondo del Reclsuorio pei discoli? Presso l’Archivio Storico Provinciale di Bologna sono conservati ventinove registri e centosettantaquattro buste con documentazione relativa a «Detenuti», «Personale e disciplina della Casa», «Forniture», «Spese di gestione e manutenzione della Casa», «Produzione manifatture» e «Amministrazione – Uffici». Tre registri e ottantasette buste compongono la documentazione sui «Detenuti».

I cosiddetti discoli di famiglia rappresentano una quota consistente della popolazione del Reclusorio: come si evince dalla documentazione analizzata, il rifiuto di svolgere una regolare attività, l’occasionale o ripetuto assenteismo dal luogo di lavoro o da scuola, l’aver commesso qualche furto o l’aver espresso comportamenti problematici in famiglia costituivano le motivazioni più ricorrenti che li conducevano all’internamento.

 

La loro reclusione veniva richiesta direttamente dai genitori tramite lettera scritta indirizzata al direttore del Reclusorio.

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Libretto del recluso Antonio Berti

 

Nel novero del centinaio di casi presi in considerazione, numerosi riguardano persone entrate nel Reclusorio per “traviata condotta”: rientrano sotto questa motivazione circostanze diverse, tra cui le cattive compagnie e la frequentazione di osterie e bettole.

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Libretto del recluso Arcangelo Ferri

 

Tra i reclusi figurano i condannati per spretto precetto. Questa misura disciplinare rientrava nelle competenze di Polizia e veniva rivolta a persone che avevano commesso infrazioni di vario genere: si trattava del divieto di frequentare un certo uomo o determinati amici, di uscire di casa nelle ore serali, di disubbidire ai propri genitori, e ancora, i divieti di frequentare le osterie, le bettole. Il fine, dunque, era quello di esortare quegli individui dalla condotta deviante al rispetto delle regole morali. Si trattava di un vero e proprio «avvertimento»: l’individuo che lo riceveva avrebbe dovuto garantire di non dar seguito al comportamento dissoluto e riprovevole, nel caso contrario sarebbe stato internato nel Reclusorio.

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Libretto della reclusa Luigia Lapi

 

Nonostante fosse stato istituito per accogliere donne dalla condotta deviante, ben presto il Reclusorio cominciò a ospitare anche donne incinte, tradendo il progetto originario.

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Libretto della reclusa Marianna Gennasi