L’Orto Botanico di Bologna nasce nel 1568, a seguito delle incessanti richieste di Ulisse Aldrovandi al Senato bolognese. Sul modello degli orti fondati pochi anni prima a Pisa, Padova e Firenze, il giardino bolognese è formato, nella sua configurazione iniziale presso il cortile del Palazzo Pubblico della città, da una serie di aiuole che ne delimitano una ordinata struttura geometrica.
Inizialmente di dimensioni molto limitate, viene trasferito pochi anni dopo in un’area più molto ampia, denominata Borghetto San Giuliano, perfetta per accogliere un numero sempre maggiore di specie vegetali. Non solamente specie locali, ma anche rare ed esotiche, ottenute attraverso l’ampia rete di corrispondenze internazionali che Aldrovandi amplia anno dopo anno. In questo luogo, si sviluppa una visione pionieristica della scienza botanica: la conoscenza delle piante è più subordinata agli interessi e agli utilizzi medico-farmacologici; le piante divengono oggetto di studio della nascente disciplina delle Scienze Naturali.
Il giardino si configurava come un ambiente di apprendimento pratico, in cui le piante vengono coltivate, osservate e catalogate. Rappresentano, dunque, dei veri e propri strumenti didattici: le lezioni teoriche non sono più autosufficienti, l’osservazione e la manipolazione diretta diventavano elemento fondamentale dell'apprendimento scientifico.