Il tema dell'alimentazione infantile rappresenta una questione di fondamentale importanza per Maria Montessori, a partire dall'istituzione della sua prima Casa dei Bambini, realizzata nel 1907, in via dei Marsi n. 58, al piano terra di un «casamento popolare», appena ristrutturato nel povero e disagiato quartiere di San Lorenzo a Roma. L'anno successivo, nel 1908, l'avvio di nuove Case dei Bambini all'interno del quartiere operaio della Società Umanitaria, consente alla studiosa di sperimentare ulteriormente le sue teorie sull'educazione alimentare, a cui dedicherà molto spazio nel suo volume, Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all'educazione infantile nelle Case dei Bambini, pubblicato nel 1909.

La cura verso se stessi, gli altri e le cose, appresa dai bambini nella Casa dei Bambini, posta al piano terra del palazzo dove abitano, consente di farsi promotori di buone abitudini presso le loro famiglie: “Il bambino è il padre dell'uomo”. Inoltre, un ambiente dalle forme pulite ed esteticamente piacevole svolge un'azione educativa nei confronti dei suoi abitanti “il bello educa” (Talamo 1910, Tav. XLVI).
«“L'uomo non vive di solo pane”. E infatti le prime Case dei Bambini di san Lorenzo, furon gremite di piccoli bambini miserabili, che colpirono vivamente i miei occhi di medico; ed ebbi come pensiero iniziale, quello di procurare ricostituenti e alimentazione. Ma non fu possibile per oltre un anno né l'una cosa, né l'altra. I bambini vissero però in una tale gioia e soddisfazione, che alla fine dell'anno il colorito dei visi abbelliti e risanati, accompagnava lo scintillare degli occhi che avevano visto una vita migliore. La soddisfazione della vita interiore, l'opportunità di esprimersi e di trovare i mezzi esterni per lo sviluppo dell'anima, sono dunque un contributo o forse sono il fulcro stesso – della salute dell'anima» (Montessori 1909, p. 246).

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Refezione all'aria aperta

«Una sessantina di piccoli, raccolti soli tra le macerie. Non si conoscevano né i loro nomi, né la loro condizione sociale. Uno choc tremendo li aveva resi pressoché tutti uniformi: abbattuti, muti, assenti; era difficile nutrirli e farli dormire. Nella notte si sentivano grida e pianti. Fu creato per loro un ambiente delizioso […]. il locale era un convento di suore francescane con grandi giardini, viali ampi e fiori ben coltivati […]. Sembrava che i bambini fossero insaziabili di tali raffinatezze […]. Essi avevano imparato a tenersi a tavola come principi e anche avevano imparato a servire a tavola come camerieri d'alto rango. Il pranzo, che non attraeva più per l'alimento, attrasse per lo spirito di esattezza, per l'esercizio dei movimenti controllati, per le conoscenze che elevano: e a poco a poco anche il bell'appetito infantile risorse insieme ai sonni tranquilli» (Montessori 1938, p. 250).

L'ambiente dove si mangia deve essere caldo e accogliente con tavolate con non più di 6/8 bambini: una vera propria “sala da pranzo” – come teneva a precisare Maria Montessori – da distinguere dalla “mensa” riferibile a un istituto tipo “caserma”.  Al centro del tavolo c'è sempre un vaso di fiori per favorire un clima di “serena bellezza”.

«La gioia, in ultima analisi, è il più sicuro ed energico stimolante di tutta la vita vegetativa: e viceversa, le cause depressive sono inibitrici dell'attività nervosa, e quindi del ricambio materiale. La salute è assicurata dunque non solo dalle condizioni fisiche, ma anche da quelle morali»

«Per proteggere lo sviluppo infantile, specialmente là ove le norme dell'igiene del bambino non sono ancora diffuse nelle famiglie, sarebbe molto opportuno riservare alla scuola gran parte almeno dell'alimentazione del fanciullo. È ben noto oggi che questa deve adattarsi alla fisiologia infantile: e come la medicina dei bambini non è la medicina degli adulti a dosi ridotte, così l'alimentazione non deve essere quella dell'adulto in proporzioni quantitative minori. Per tale ragione io vorrei che anche nelle “Case dei bambini” situate nei casamenti – e dove i piccini, essendo in casa loro, possono salire in famiglia a mangiare – si istituisse la refezione scolastica» (Montessori 1909, pp. 247-248). 

«È assai opportuno insegnare ai bambini a mangiare con proprietà verso se stessi e verso l'ambiente (non insudiciare le tovaglie, ecc.), a usare le posate» (Montessori 1909, p. 263). 

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Casa dei bambini

Casa dei bambini

Autore
Maria Montessori

«Dare nelle scuole la refezione e offrire la massima possibilità di vivere e respirare all'aria aperta, è un assioma per quell'educazione che considera nel suo valore la personalità del bambino» (Montessori 1909, p. 247). 

«Fu mia cura non solo di nutrire il bambino, ma di collegare a questa necessità primordiale un'azione educativa. Cercai che vi fosse nelle scuole non solo la cucina, ma una cucina possibilmente accessibile ai bambini stessi: e perciò pulitissima e gaia e con oggetti che permettessero in qualche modo una collaborazione da parte dei bambini» (Montessori 1909, p. 248). 

«Serre e depositi d'acqua per piante acquatiche - e di acqua protetta da reti contro gli insetti - Vasca d'acqua per innaffiare i campicelli» (Montessori 1909, p. 762). 

«Nelle Case dei Bambini, specialmente se poveri, userei molto le minestre di legumi – e farei coltivare nei campicelli esemplari di piante utilizzabili nell'alimentazione; per farne poi cogliere i frutti nella loro freschezza, e farli cucinare e gustare. Cercherei possibilmente di fare altrettanto per la frutta - e, nella coltura degli animali, per le uova, e pel latte, che i bambini più grandi potrebbero direttamente mungere dalle capre, dopo essersi scrupolosamente lavati le mani» (Montessori 1909, p. 263).

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La Sala da pranzo

La Sala da pranzo

Autore
Maria Montessori

«Un'altra importante applicazione educativa che può offrire la refezione scolastica nelle Case dei Bambini, e che riguarda la vita pratica, consiste nell'apparecchiare la tavola, disporre le stoviglie, imparare la nomenclatura, ecc» (Montessori 1909, p. 263). 

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Casa dei bambini Germania

«Il pranzare nelle Case dei Bambini non è solo un mezzo di alimentarsi razionalmente; ma è uno dei principali mezzi di educazione: perché il lavoro di apparecchiare e sparecchiare la tavola, e gli apprendimenti di tutti quegli usi che l'educazione insegna per nobilitare l'atto del nutrirsi, è proprio uno dei compiti principali delle Case dei Bambini» (Montessori 1909, p. 248).

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Casa dei bambini

Casa dei Bambini

Autore
Maria Montessori

«Credo che le Case dei Bambini, a orario prolungato, sarebbero perciò adatti luoghi di puericultura, potendo dirigere l'alimentazione del bambino. I fanciulli, all'infuori dei pasti stabiliti, non devono mangiare. In una Casa dei Bambini, a orario prolungato, potrebbero esserci due refezioni: una grande verso mezzogiorno, e una piccola verso le quattro pomeridiane» (Montessori 1909, p. 261). 

«Qualche guida pratica su l'alimentazione razionale per i piccoli bambini procurò un immenso vantaggio – non solo ai bambini delle scuole più povere, ma anche a quelle di famiglie agiate nelle quali sono ancora più ignorati che non si creda i principi anche elementari dell'alimentazione dei bambini. Le nostre scuole diventarono spesso centri di propaganda igienica – e di popolarizzazione di norme scientifiche tra le famiglie» (Montessori 1909, p. 248)

L'importanza dell'educazione alimentare trova esito nella collaborazione tra Maria Montessori e la Società Umanitaria, con l'avvio di corsi di Economia Domestica nel 1911 presso la sede della stessa Società Umanitaria, a Milano, in via San Barnaba.

 

L'obiettivo di Maria Montessori di sensibilizzare le educatrici alla conoscenza scientifica dell'alimentazione infantile trova piena convergenza con gli intenti promossi dalla Società Umanitaria, che, dal 1908 fino alla Prima guerra mondiale, diventerà il principale centro di diffusione della pedagogia montessoriana.

«L'azione deleteria dell'alcool sull'organismo infantile non ha bisogno d'illustrazione; ma in argomento di così vitale importanza, non è mai superflua l'insistenza della ripetizione. L'alcool è un veleno specialmente fatale agli organismi in via di formazione: non solo ne arresta lo sviluppo totale (donde infantilismo, idiozia) – ma ancora lo predispone a malattie nervose (epilessia, meningite) – e a malattie di organi digestivi e del ricambio materiale (cirrosi del fegato, dispepsia, anemia). Se le Case dei Bambini riuscissero a illuminare il popolo su tali verità, compirebbero un'opera igienica altissima verso le nuove generazioni. Invece del caffè potrà darsi ai bambini orzo abbrustolito e bollito – il malto – e soprattutto la cioccolata, che è un ottimo alimento infantile, specialmente se mescolata con latte» (Montessori 1909, p. 260).

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Corso di educazione domestica

Corso di educazione domestica

Autore
Maria Montessori

«Per facilitare l'attuazione pratica di un'alimentazione igienica, ho perciò messo fin dal principio sott'occhio alle maestre qualche nozione che aiuti a determinare i menù relativi alle età, cercando non solo di essere soprattutto pratica, ma di offrire quei consigli che potevano render la cosa più accessibile a ogni genere di persone» (Montessori 1909, p. 248). 

In seguito del primo conflitto a mondiale, la società umanitaria operò in convergenza con Maria Montessori per organizzare il soccorso dell'infanzia, vittima della guerra.