E se, guardando un film ben conosciuto, decidessimo di osservarlo non attraverso le sue componenti costitutive principali (la trama, i personaggi, la sceneggiatura, il montaggio, lo stile del regista), ma dal punto di vista della siepe, di un’aiuola, del giardino? È da qui che Laura Falqui e Raffaele Milani, autori del volume L’atelier naturale. Cinema e giardini, sono partiti alla scoperta di parchi e giardini cinematografici. A tale studio s’ispira questa sala del Museo. Essa invita il visitatore a guardare da altre angolazioni, ricordando che spostare il punto di vista consueto porta a scoperte inattese. Infatti, il giardino, qui, non è solo un testimone muto, ma un personaggio che insinua differenti articolazioni di significato.
Spazio recintato, microcosmo di meraviglie vegetali, il giardino e il parco sono sede di una natura modellata dall’uomo, per ottenere un ambiente in cui poter allo stesso tempo vivere e ammirare il mondo circostante. Il giardino, tuttavia, non s’identifica né con il paesaggio né con l’ambiente: è solo in parte tutto questo. Esso è una complessa trama di modelli legati alla cultura, alla tradizione, al mito. Sia come luogo reale che come luogo pittorico o cinematografico, il giardino mira a valorizzare le forme nelle quali si esprime la natura.
Credits: Laura Falqui, Raffaele Milani
Allestimento: Laura Falqui, Anita Macauda