Oltre lo sguardo: anamorfosi e giochi ottici

Data di creazione
26/10/2025
Tra Cinquecento e Seicento, i progressi dell’ottica portarono alla diffusione delle anamorfosi, immagini intenzionalmente deformate che diventano leggibili solo da un punto preciso o tramite uno specchio. Queste tecniche crearono famose illusioni ottiche, come la finta cupola di Sant’Ignazio a Roma, il teschio nascosto negli “Ambasciatori” di Holbein e i ritratti anamorfici di Gert Dittmers.
Niceron, Maignan: i corridoi del convento di Trinità dei Monti
J. Beever, 3D street art: giochi ottici in età contemporanea
Description

L’anamorfosi, nata nel Rinascimento insieme agli studi sull’ottica, deforma intenzionalmente immagini che risultano leggibili solo da un punto di vista specifico o tramite specchi o lenti. I giochi ottici, sviluppati con le ricerche sulla percezione e sul movimento, sfruttano fenomeni visivi come la persistenza retinica per creare illusioni di dinamismo e profondità. Entrambe le pratiche mostrano il legame storico tra arte e scienza, come evidenziato dalle collezioni del Museo Galileo.

Esistono tre forme classiche di anamorfosi — ottica, catottrica e diottrica —, le quali dialogano con dispositivi ottici, tra cui: specchi (spesso cilindrici); lenti; camera oscura, la quale mostra come un’immagine possa trasformarsi attraverso i principi ottici.

Bibliography

J. P. Niceron, trattato Le perspective curieuse (1638)

  

Author (s)
Alessia Morigi
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