
In quest’opera appare evidente la complessità del mondo di Klee, nata dall’intersezione di musica, grafica e letteratura, per creare un mondo magico in cui la sospensione della gravità dà vita ad alberi da cui rami pendono i più svariati oggetti. Klee crea fra teoria e prassi pittorica un rapporto rigoroso determinando un territorio magico dove il controllo dei mezzi viene tradotto in infinite possibilità di forme fantastiche. Qui il gioco dei bambini si fonde con la rappresentazione di un mondo interiore; il divertimento e la spensieratezza si accompagnano alla semplicità del tratto dove tutto è appeso e tutto è gioco: un uccello, un pallone, una stella di Davide. L’opera sintetizza l’intento poetico dell’autore per il quale il compito dell’arte non è quello di riprodurre il visibile bensì di rendere visibile ciò che è più intimo e personale. Klee infatti intende il dipingere non come semplice rappresentazione mimetica della realtà, bensì come indagine che svela i meccanismi più profondi e nascosti della natura e dell’animo umano.
Fondazione Cassa di Ravenna
Mostre
Paul Klee. Il pittore del cosmo, Neue Nationalgalerie, Berlino, ottobre 2008-febbraio 2009
Klee. Il teatro magico, Fondazione Gabriele Mazzotta, Milano, 2007
Barilli R., La poetica di Klee in “Il Verri”, febbraio anno 5, 196,1 P. 81-91
Barilli R., Il cosmo di Klee, in Barilli R., L’arte contemporanea. Da Cézanne alle ultime tendenze, Feltrinelli, Milano, 1984
Bonfand A., Paul Klee. L’œil en trop, Éditions de la Différence, Paris, 1988
Boulez P., Il paese fertile. Paul Klee e la musica, Leonardo Editore, Milano, 1989
Cappelletti P., L’inafferrabile visione. Pittura e scrittura in Paul Klee, Jaca Book, Milano, 2003
Cherchi P., Paul Klee teorico, De Donato, Bari, 1978
Dantini M., Klee, Jaca Book, Milano, 1999
Di Giacomo G., Introduzione a Paul Klee, Laterza, Roma-Bari, 2003
Fontana C. (a cura di), Paul Klee, preistoria del visibile, Cinisello Balsamo, Editoriale Silvana, 1996