Vediamo nello specifico quali erano i reati per i quali era prevista la reclusione. Se ne individuano principalmente quattro categorie, che il Cardinal Legato riferiva a precise «classi di persone».
«I figli discoli contro i quali i loro Genitori o Parenti reclamino delle coercitive misure per emendarli, premesse però le debite regolari informazioni che la Polizia dovrà farsi carico di assumere, onde verificare se meritano realmente di essere sottoposti a speciale correzione»
«Coloro, che, senza aver giustificato di avere mezzi corrispondenti, passano la maggior parte della giornata nel giuoco su i Caffè, Bigliardi, Osterie, Bettole, ed altri somiglianti luoghi pubblici, abbandonandosi all’ozio, alla dissolutezza, ed all’insolenza; e ciò quante volte le ammonizioni, ed i precetti politici non abbiano giovato a contenerli»
«Le Donne di cattiva vita e refrattarie ai Regolamenti veglianti, allorché si sarà provato che non valsero a tenerle in freno le ammonizioni, ed i Precetti di Polizia, e così pure nel medesimo caso i corruttori del costume di qualunque età, e di qualunque sesso, ed i fomentatori del libertinaggio»
«Tutti quelli finalmente, che sottoposti dalla Polizia, o per oziosità, o per vagabondaggio, o pel loro carattere torbido, o facinoroso, o per altri giusti motivi, a precetti importanti la comminatoria di essere passatial Discolato, contravvenissero ai precetti medesimi»
Nella prima metà dell’Ottocento, trovavano perciò dimora nella Casa di Correzione di Bologna, in totale promiscuità, i figli «discoli», le donne di cattiva condotta, gli ammoniti (coloro che, pur essendo sottoposti a un "avvertimento" da parte della Polizia, avevano dato seguito al comportamento dissoluto e riprovevole), tutti coloro che conducevano una vita “sregolata”, trascorrendo la maggior parte della giornata nelle osterie, nelle bettole e in altri luoghi della città, visti come ricettacolo di vizio e dissolutezza: erano queste le categorie sociali che dovevano essere «corrette e messe fuor di stato di nuocere».