Processo a Han Van Megeren
Il più grande falsario della storia
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Descrizione

Han Van Meegeren è considerato uno dei più grandi falsari dell'arte del XX secolo ed è stato un pittore olandese del XX secolo.

Da giovane considerato un artista fallito, apprese le tecniche di falsificazione da un altro falsario, l'uomo Theo Van Wijngaarden, famoso restauratore e falsario operante ad Amsterdam. Affascinato dalla pittura olandese del Seicento e in particolare da Jan Vermeer esercitò a lungo ricopiando fedelmente gli originali. Si impadronì così non solo delle tecniche, ma anche dello spirito con cui Vermeer dipingeva gli interni, le nature morte o i drappeggi. Per i suoi falsi, recuperò vecchie tele del '600, prive di valore artistico, da cui raschiava accuratamente il colore. Non commise mai l'errore di copiare opere di Vermeer esistenti: creò invece dipinti nuovi, mai visti da nessuno, con aderenza stilistica e tematica, riuscendo ad abbindolare tutti i critici, convinti di trovarsi al cospetto di eccezionali capolavori che andavano ad arricchire la storia dell'arte.

L'abilità di Han Van Meegeren, da sola, non sarebbe bastata a ingannare gli esperti, se egli non avesse avuto anche l'accortezza di procurarsi materiali adoperati trecento anni prima e di evitare pennelli prodotti nel ventesimo secolo. Inseriva con cura della polvere nel falso appena terminato per provocare la craquelure (lo spontaneo reticolo di piccole crepe, tipico delle tele a olio invecchiate). Conosceva inoltre perfettamente il trattato di De Vild sulle tecniche e i materiali adoperati da Vermeer e faceva spesso uso del raro pigmento blu oltremare, ottenuto dai preziosi lapislazzuli e dell'olio di lillà.

Van Meegeren creò in tutto 6 falsi Vermeer e, proprio per aver venduto due dipinti a dei capi nazisti, alla fine della guerra fu arrestato (maggio 1945) con l'accusa di collaborazionismo con i nazisti. Fu processato in Olanda nell'ottobre del 1947 e riuscì a evitare l'ergastolo (fu condannato a un anno di carcere), rivelando d'essere un falsario e d'avere venduto ai tedeschi dei falsi. Per dimostrarlo, dipinse nell'aula del tribunale un Gesù nel tempio, stupendo numerosi esperti. Sebbene ciò giovasse alla sua fama, a novembre fu ricoverato in clinica (l'abuso di alcool e droghe aveva irrimediabilmente compromesso la sua salute) e il 30 dicembre 1947, all'età di 58 anni, morì lasciando in eredità agli studiosi i tanti dubbi che ancora oggi li assillano quando si apprestano a pubblicare un volume sulla pittura olandese del Seicento. 

Autore/i
Angelica Bencivenni
Emilia Lanzarini
Giulia Masetti