La flipped classroom (ha proseguito De Mauro Tullio) apre la strada a una didattica inclusiva, in cui gli studenti stanno in classe non per assistere passivi alla lezione, ma per studiare insieme ed essere seguiti individualmente. Gli studenti, dopo aver ricevuto materiale specifico sul tema da trattare e da esporre alla classe, si organizzano in gruppi di studio e di lavoro. Vengono inoltre segnalati video e materiali a disposizione sulla rete, selezionati dalla docente di filosofia. Tutto questo è favorito da due modalità di condivisione dell’insegnante con gli studenti: gruppi chiusi su Facebook e classe virtuale su Google Drive. Questa pluralità di fonti e di supporti favorisce i diversi approcci all’argomento da trattare.