Fin dal principio gli uomini hanno conosciuto Dio. Lo sentivano anche se non lo potevano vedere, e si domandavano sempre, nei loro diversi linguaggi, chi egli fosse e dove si trovasse.

– Chi è Dio? – chiedevano ai loro sapienti.

– È il più perfetto degli esseri – Questa era la risposta.

– Ma come è fatto? Ha un corpo come noi?

– No, Egli non ha corpo. Non ha occhi per vedere, né mani per lavorare, né piedi per camminare; ma vede tutto e sa tutto, anche i nostri pensieri più segreti.

– E dov’è?

– È in Cielo, in terra e in ogni luogo.

– Che cosa sa fare?

– Tutto ciò che vuole.

– Ma che cosa ha fatto in realtà?

– Ciò che egli ha fatto è tutto ciò che è avvenuto. Egli è il creatore e il Signore che ha fatto tutte le cose e tutte le cose che ha fatto obbediscono alla sua volontà. Egli le cura e le protegge tutte e mantiene tutta la creazione nel più perfetto ordine e nella più meravigliosa armonia. In principio era Dio solo. Egli era assolutamente perfetto e assolutamente felice e non gli mancava nulla. Tuttavia, dalla sua divinità, decise di creare, e tutte le cose vennero, volute da Lui, ed esistettero: il cielo e la terra, tutto ciò che è visibile e tutto ciò che è invisibile. Uno dopo l’altro Egli creò la luce, le stelle, il firmamento e la terra con le piante e gli animali. In ultimo creò l’uomo. L’uomo, come gli animali, era fatto di particelle della terra; ma Dio lo rese diverso dagli animali e simile a Lui, perché nel suo corpo che muore alitò un’anima che non morirà mai.

Molti pensarono che era soltanto una favola. Come può far qualcosa un essere senza mani e senza occhi? Se Dio è uno spirito che non si può vedere, né toccare, né udire, come può aver fatto le stelle che scintillano sopra di noi, il mare che è sempre in moto, il sole, le montagne e i venti? Come può uno spirito fare gli uccelli e i pesci e gli alberi, i fiori e il profumo che spandono intorno? Forse potrebbe creare gli esseri, ma il mondo visibile …?

– Va benissimo – essi pensavano – dire che Dio è dappertutto, ma chi lo ha mai visto? Come possiamo esser certi che è in qualche luogo? Ci dicono che Egli è il Signore al quale ognuno e ogni cosa  obbedisce, ma perché mai dovremmo crederlo?

E veramente sembra impossibile. Noi che abbiamo le mani, non possiamo fare queste cose, e come potrebbe farle uno che non ha mani? Immaginarsi, poi, fare gli animali, le piante, le rocce che obbediscono a dio! Se gli animali non capiscono quando parliamo loro, è possibile che obbediscano? O i venti, le onde, le montagne? Si può urlare e strepitare a un palmo da loro essi non ci sentono, perché non sono neppure vivi, e non ci ubbidirebbero certamente.

Già così pare a noi. Ma vedrete come ogni cosa che esiste, che sia viva o no, in tutto quel che fa e per il solo fatto che c’è obbedisce realmente alla volontà di Dio. Le creature di Dio non sanno che stanno obbedendo. Quelle che sono inanimate continuano a esistere; quelle che vivono si muovono e continuano a vivere. Eppure ogni volta che un vento fresco ci accarezza le guance, la sua voce, se potessimo udirla dice: – Signore, obbedisco – Quando il sole sorge al mattino e colora il mare a sprazzi, anche le acque il sole ed i suoi raggi sussurrano: – Signore, obbedisco – E quando si vedono gli uccelli in volo o i frutti che cadono da un albero, o una farfalla che volteggia sopra un fiore, gli uccelli e i loro voli, la farfalla, il fiore e la sua fragranza, l’albero ed i suoi frutti e il loro cadere al suolo ripetono tutti le stesse parole: – Ascolto, Signore, e obbedisco.

In principio c’era il caos, e le tenebre avevano l’aspetto del nulla. Dio disse: – Sia la luce! – e la luce fu. Prima c’era stato soltanto il nulla: un’immensità di spazio senza principio e senza fine, indescrivibilmente buio e indescrivibilmente freddo. Chi può immaginare quella immensità, quella oscurità, quel gelo?

Quando pensiamo al buio, pensiamo alla notte: ma la nostra notte sembrerebbe giorno sfolgorante in confronto a quell’oscurità. Quando pensiamo al freddo ci viene in mente il ghiaccio: ma il ghiaccio è di un calore ardente paragonato al gelo dello spazio, lo spazio che separa le stelle. Si potrebbe dire il calore di una fornace ardente che non abbia vie d’uscita. In questo vuoto smisurato di freddo e di buio fu creata la luce. Apparve qualcosa come una vasta nube di fuoco che racchiudeva tutte le stelle che sono nel cielo: l’universo intero stava in quella nube e fra le stelle più piccole c’era il nostro mondo. Ma allora non erano stelle, perché non c’era che luce e calore. Così intenso era il calore che tutte le sostanze che noi conosciamo – ferro, oro, terra, rocce, acqua – erano gas, inconsistenti come l’aria. Tutte queste sostanze, tutte le materie di cui sono composte la terra e le stelle, erano fuse insieme in una vasta, fiammeggiante intensità di luce e di calore – di un calore che farebbe sembrare il nostro sole, com’è adesso, simile a un pezzo di ghiaccio. Questa nube ardente fatta di nulla, tanto mostruosa da non potersi immaginare, si muoveva nella immensità dello spazio gelido, che era nulla anch’esso, ma infinitamente più vasto. La massa infuocata non era più grande di una goccia di acqua in un oceano di spazio: ma quella goccia conteneva la terra e tutte le stelle, che in verità sono soli più grandi della terra milioni di volte.

Questa nube di calore e di luce, nel muoversi attraverso lo spazio vuoto, lasciava cadere piccole gocce. Se lasciamo cader dell’acqua fuori da un bicchiere, una parte, cadendo, rimane unita, il resto si sparge in gocce separate. Gli innumerevoli eserciti di stelle sono come quelle gocce. Solo, invece di cadere si muovono roteando nello spazio, in modo tale da non scontrarsi mai. Sono distanti milioni di chilometri l’una dall’altra.

Alcune stelle sono così lontane da noi che passano milioni di anni prima che la loro luce cci raggiunga, e pensare che la luce viaggia alla velocità di 300.000 chilometri al secondo.

Le stelle sembrano libere, nel loro turbinare vertiginoso attraverso lo spazio senza nessun freno, ma sono tutte legate ai loro corsi da un filo invisibile che è la volontà di Dio.

Due di queste gocce erano il nostro mondo e il sole, che compiono il loro corso attraverso lo spazio. La terra si muove intorno al sole, come una palla che avanza ruotando incessantemente su se stessa ad una velocità costante.

Quando Dio chiamò le stelle ad esistere, non c’era nessun particolare che non avesse previsto. Ogni frammento dell’universo, ogni particella più piccola e trascurabile, fu obbligata a comportarsi secondo le regole che Egli aveva stabilito. Quanto alle gocce della nube luminosa che diventarono il nostro mondo, Egli decise che non sarebbero più state caos. Invece di una confusione ardente di gas, dovevano esserci l’aria, l’acqua e le rocce.

L’ordine di Dio fu meravigliosamente semplice. La massa incandescente della terra era fatta di particelle infinitesimali e furono proprio queste che si trasformarono in rocce, acqua e aria. Queste particelle, microscopiche e impastate insieme, roteavano a una velocità fantastica. Via Via che si raffreddavano, si muovevano sempre più lentamente, si stringevano le une alle altre e occupavano meno spazio. È questa legge divina che ci ha dato ciò che chiamiamo i tre stati della materia; ogni cosa che noi conosciamo è o un gas, o un liquido, o un solido, e cambia stato secondo se fa caldo o se fa freddo. Allora potremmo dire, perché ci sono tanti e tanti milioni di cose differenti?

Perché cci sono tanti tipi differenti di particelle, ognuno con differenti istruzioni: ognuno acquistò una particolare simpatia per certe particelle e una particolare antipatia per certe altre. Proprio come gli esseri umani, sono attratte da alcuni individui e rifiutano di aver niente a che fare con altri. Così si organizzano in vari gruppi.

Allo stato solido, Dio ha fatto le particelle così strettamente aderenti che ormai è impossibile separarle. Formano un corpo che non cambia di forma a meno che vi si applichi una forza.

Se un pezzo viene staccato – se per esempio incominciate a scheggiare una pietra – le particelle aderiscono ancora: la pietra e le schegge rimangono pezzi di roccia solida.

Quando fu la volta dei liquidi, Dio disse alle particelle: – Starete unite finché sarete in un recipiente e prenderete la forma del recipiente in cui siete. Fuori di lì, scorrerete e vi spargerete, infilandovi in ogni buco e crepaccio che troverete sul vostro cammino. Non aderirete così strettamente come le particelle dei solidi, ma potrete muovervi e ruzzolare una sull’altra. Potrete andare avanti, all’indietro e all’ingiù, ma non all’insù (ed ecco perché possiamo mettere le mani nell’acqua e non possiamo immergerle nella roccia). E poiché non aderite tanto strettamente occuperete più spazio delle particelle dei solidi. – E ai gas Dio disse: – Le vostre particelle non aderiranno affatto. – Ed essi possono muoversi liberamente in tutte le direzioni.

Questo semplice piano è quanto Dio stabilì per le particelle, ed è così che esse formano i solidi, i liquidi e i gas. Ma Egli aggiunse certe condizioni. – A meno che la temperatura non sia molto, molto calda, più calda del sole, o molto, molto fredda, come il freddo dello spazio di fuori, voi non sarete gas, liquidi o solidi tutti nello stesso tempo, ma a un certo punto di calore alcuni di voi saranno solidi, altri liquidi, altri gassosi. E se il calore crescerà i solidi diventeranno gas; ma non tutti i solidi si trasformeranno in liquidi alla stessa temperatura.

E diede un’altra legge: – Ognuno di voi avrà un peso, ma i vostri pesi non saranno uguali. E quelli di voi che sono più pesanti attrarranno quelli che sono più leggeri

Queste furono le leggi date da Dio. E in obbedienza a queste leggi la piccola goccia di nulla che ha formato la terra continuò a girare intorno al sole. La terra e il sole e le Stelle erano palle di gas – gas che conteneva tutti gli elementi di cui è fatto il nostro mondo: la terra. – E percorrevano il loro cammino nello spazio tanto freddo che il ghiaccio è caldissimo in paragone.

Se mettiamo una mano nell’acqua ghiaccia, diventa fredda. Per questa stessa ragione, via via che il tempo passava, le stelle, il sole e la terra si andarono raffreddando. E le sfere più piccole si raffreddavano prima di quelle più grandi. La terra, che è piccola in confronto al sole, è diventata completamente fredda all’esterno, mentre il sole ancora brilla nel cielo.

Quando i gas della terra si raffreddarono, ubbidirono alle leggi che Dio aveva dato loro: uno dopo l’altro, alla temperatura stabilita, diventarono prima liquidi e poi solidi, e nel diventare liquidi o solidi le loro particelle si unirono ad altre particelle da cui erano state attratte e formarono le sostanze composte; e le sostanze più pesanti attrassero le più leggere. Se si getta una pietra in uno stagno, va a fondo; così le sostanze fluide più pesanti sprofondarono verso il centro della terra e lì più leggere vi galleggiarono sopra, come l’olio galleggia sull’acqua. Così si sistemarono in strati secondo il loro peso, ma tutte erano attratte dal centro della terra e ancora oggi ogni strato pigia su quello inferiore. Così continuò e mentre ogni gruppo di elementi obbediva alla legge particolare che gli era stata data da Dio, la terra che era tutto un insieme di sostanze obbediva anch’essa alle Sue leggi, e continuava a compiere il suo giro intorno al sole.

Via Via che i gas, intorno, si raffreddavano impercettibilmente, anche il liquido bollente incominciò a raffreddarsi e diventò denso come una pasta. Il liquido al centro era ancora caldissimo, ma veniva spinto in tutte le direzioni dal peso enorme che gli gravava sopra, uno strato sull’altro. Non era certo freddo abbastanza per trasformarsi in solido, ma la pressione dall’alto era tanto forte che incominciò a solidificarsi ugualmente. Alcuni degli strati superiori erano semi solidi, altri ancora liquidi e tutti spingevano uno contro l’altro con tutta la loro forza. Qualche volta una massa che era spinta da due parti si trovava compressa tra quelle vicine e schizzava in alto; allora tutto lo strato si curvava e in questo modo si formavano dei buchi che subito si riempivano di liquido. E su questi si stendeva un immenso mare di gas fiammeggianti.

Potete immaginare questa danza degli elementi?

Secondo la legge di Dio, via via che si raffreddavano diventavano sempre più piccoli e sempre più pesanti. Così, quando si sollevavano fino trovare a trovare il freddo assoluto dello spazio esterno, si contraevano e ricadevano nel fuoco ardente che avevano lasciato.

Qui ridiventavano caldi e leggeri, abbastanza leggeri per tornare in su, portando con sé un po’ del calore interno fuori nello spazio; e quando tornavano dentro la terra portavano giù un po’ del gelo di fuori, fino nel cuore del fuoco. Così si svolgeva questa danza senza fine, e così si svolge ancora oggi nel sole. Il calore che il sole ci manda attraverso milioni di chilometri è calore che non può trattenere; le particelle della superficie del sole, come quelle della terra quando era anch’essa una massa fiammeggiante, fanno il doppio lavoro di portar via il caldo e di introdurre il freddo.

Com’è meraviglioso tutto questo e com’è semplice la legge fatta da Dio! Quando qualcosa si riscalda, si espande, e espandendosi diventa più leggera e va verso l’alto, come una bolla d’aria nell’acqua. Ma se qualche cosa si raffredda si contrae e cade verso il basso, come un granello di sabbia in fondo a una cisterna. Per questa legge la terra si è trasformata poco a poco da una palla di fuoco in quella che conosciamo. A queste leggi obbedivano le piccole particelle raggianti, danzando la loro danza esultante; particelle troppo minute per esser viste e perfino immaginate, ma tanto numerose che hanno prodotto il mondo.

Per centinaia, migliaia, milioni di anni la danza continuò. E via via i gas diventavano liquidi, e via via il liquidi diventavano solidi, e via via il freddo continuava i suoi assalti dallo spazio esterno, così che la terra si contrasse e diventò rugosa come una mela rimasta in una credenza. Le rughe sono le montagne e gli avvallamenti fra l’una e l’altra sono gli oceani; e su questi è sospesa l’aria che respiriamo.

Rocce, acqua, aria – solidi, liquidi, gas – ogni cosa è quello che è per il suo grado di temperatura. Oggi, come ieri e un milione di anni fa, le leggi di dio sono obbedite nello stesso modo. Il mondo ruota su se stesso e gira intorno al sole. E oggi, come un milione di anni fa, la terra e tutti i suoi elementi e i suoi composti, nell’adempiere il loro lavoro, sussurrano con una sola voce:

Signore, sia fatta la Tua volontà, obbediamo.

 

MARIO M. MONTESSORI