Yakushi Nyorai (Bhaişajyaguru)
Soggetto
Scultura buddhista giapponese
Descrizione

Il Gangōji è l’erede del primo vero tempio giapponese, l’Asukadera, e fu fondato subito dopo il trasferimento della capitale a Heijōkyō (l’attuale Nara); attualmente sono due i templi che portano questo nome e lo Yakushi Nyorai si conserva in uno di questi. Il piccolo contenitore poggiato sulla mano sinistra è un’integrazione successiva: dalla posizione della mano è chiaro che anche originariamente doveva reggere un oggetto che però non possiamo identificare.
La statua, compresa la base a forma di loto, è ricavata da un unico blocco di legno di turreya nucifera; una lunga apertura verticale praticata sul retro da sotto le spalle fino all’altezza degli stinchi ha permesso di scavare profondamente l’interno per evitare la formazione di crepe dovute all’essiccamento del legno (questa apertura era chiusa con una tavola, attualmente conservata altrove); solo le mani e i piccoli bulbi disposti a spirale in cui sono raccolti i capelli sono stati eseguiti a parte (quelli attuali sono comunque rifacimenti successivi).  La tecnica ichiboku, ovvero la realizzazione delle parti principali di una statua da un unico blocco di legno, è tipica del primo periodo Heian. La superficie del legno è lasciata a vista e non sappiamo se originariamente fosse dipinta.
Le spalle larghe, il corpo florido e il caratteristico panneggio che disegna una Y tra il ventre e le gambe mettendo in rilievo le cosce sono elementi ripresi dalla contemporanea statua di Yakushi Nyorai del medesimo tempio ritenuta opera di uno scultore cinese giunto in Giappone nel 754 insieme a Ganjin, anche se rispetto al suo modello la statua esposta presenta un panneggio più variegato le cui pieghe pro fonde e minuziose mostrano grande perizia e conferiscono vitalità all’immagine. I bordi del panneggio che si arrotolano formando motivi stilizzati sono un elemento che accompagna il movimento delle pieghe in molte immagini; nel caso di questa statua tuttavia contribuiscono piuttosto a creare un’aura magica. È un motivo ornamentale che inizia a comparire agli inizi del periodo Heian ma che in questo caso non è stato ancora pienamente codificato: ciò permette di datare questa statua alla fine dell’VIII secolo. Yakushi Nyorai è venerato come colui che libera gli esseri viventi dalla malattia: sia lo Yakushiji di Fujiwarakyō che lo Shin Yakushiji di Heijōkyō furono fondati per propiziare la guarigione di imperatori. Accanto alla produzione di immagini motivata da interessi terreni, dalla fine del periodo Nara si affiancò anche quella legata alla diffusione dei riti di contrizione e purificazione durante i quali si pregavano soprattutto Yakushi Nyorai e Kannon (Avalokiteśvara) affinché concedessero la salvezza individuale o la pace alla nazione. Esistono numerosi esempi di statue realizzate a questo scopo, anche lontano dalla capitale: questa statua, insieme a quelle del Jingoji di Kyoto (risalente agli anni 780), è tra le più rappresentative.

Editore
Gangōji, Nara Tesoro nazionale
Data
Periodo Heian, VIII secolo
Formato
altezza 164,8 cm
Tipo
Legno non dipinto
Tipo documento
Riferimenti bibliografici

Capolavori della scultura buddhista giapponese​, a cura di Takeo Oku, Mondo Mostre, Roma 2016 (catalogo della mostra - Scuderie del Quirinale, Roma. luglio-settembre 2016).