Tempesta, uno dei più noti e misteriosi dipinti del Rinascimento.
Descrizione

È uno dei più noti e misteriosi dipinti del Rinascimento. Il titolo Tempesta deriva dalla descrizione fornita da Marcantonio Michiel che vide la tela in casa di Gabriele Vendramin nel 1530: el paesetto in tela con la tempesta con la cingana [zingara] et soldato’ (…). Il soggetto è un complicato rebus che non ha ancora trovato una soddisfacente soluzione, forse perché pensato dall’artista e dal suo committente come una complessa simbologia accessibile a pochi. Così la tela è stata vista di volta in volta come allegoria mitologica (Giove e Io) o classica (una scena delle Baccanti di Euripide: Dioniso sotto le mura di Tebe); come simbologia vetero-testamentaria (Ritrovamento di Mosè) o come allegoria di stampo pastorale (le tre figure sarebbero la Fortuna, la Fortezza e la Carità). L’arcano tema ha trovato una soluzione credibile (ma non definitiva) nell’identificazione della scena come Adamo (a riposo dopo il lavoro) ed Eva (che allatta Caino) ammoniti da Dio padre (il fulmine rappresenterebbe l’ira divina, secondo l’interpretazione di Settis) (Giovanni Sasu, 2004, “La tempesta”, in Giorgione, Rizzoli-Skira, p. 122)

Autore
Giorgio Zorzi da Castelfranco detto Giorgione Esponente importante della scuola veneta del Cinquecento, elaborò una modalità pittorica tutta colore, a discapito del disegno che Giorgio Vasari definì "maniera veneta".
Fonte

http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/g/giorgion/tempest/tempest.html

 

Editore
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Data
1503-1504 circa
Formato
Olio su tela, 82x73 cm
Tipo documento