Shaka Nyorai
Soggetto
Scultura buddhista giapponese
Descrizione

Nel 985 il monaco Chōnen, mentre si trovava nella città cinese di Taizhou, incaricò uno scultore locale di eseguire la copia di una statua in legno di albero dei rosari che si trovava nella capitale Kaifeng, quest’ultima ritenuta l’autentica immagine che re Udayana fece realizzare ai tempi di Śākyamuni. La statua fu portata in Giappone (attualmente è nel Seiryōji di Kyoto) e dalla fine del XII secolo furono realizzate numerose copie, tra cui la statua esposta proveniente dal Jōrakuin, un tempio che fa parte del complesso del Ninnaji a Kyoto. Il Jōrakuin fu fondato sul terreno che il busshi Inken donò a Shōzen, monaco del Tōdaiji, chiedendogli di pregare in suo suffragio dopo la morte. Fedele alla lezione di Jōchō, l’artista che aveva portato a perfezione lo stile autoctono della scultura buddhista nell’XI secolo, Inken fu uno dei rappresentanti della scuola In che fu attiva a Kyoto per la committenza di corte e aristocratica. L’ultima sua opera conosciuta è del 1233 e negli stessi anni fu fondato il Jōrakuin. La statua esposta è attribuita a questo artista.
Si tratta di una fedele riproduzione in scala ridotta dello Shaka Nyorai del Seiryōji. L’acconciatura ondulata è estremamente stilizzata e presenta un motivo a fune arrotolata che deriva dall’arte di Gandhāra, come pure il modo in cui un unico pezzo di tessuto avvolge il corpo fin sotto la base del collo. Alcune caratteristiche come il bordo inferiore della veste a strati sovrapposti fanno ritenere che il modello iniziale, ovvero il Śākyamuni di Kaifeng ritenuta l’autentica statua di re Udayana, fu realizzato nella regione cinese dello Hebei intorno alla seconda metà del V secolo.
Poiché all’epoca della realizzazione di questa statua il Seiryōji dipendeva dal Ninnaji, è molto probabile che Inken abbia lavorano direttamente nel tempio che ospitava il modello da copiare. Tuttavia mentre la statua del Seiryōji aveva una doratura sulle parti esposte e l’abito dipinto di rosso (i colori sono quasi completamente scomparsi), la copia di Inken ha solo delle velature rosse che lasciano a vista il legno, una rifinitura tipica delle statue in sandalo. Anziché il legno di ciliegio proveniente dalla Cina, come nella statua del Seiryōji, Inken usò la torreya nucifera che sin dall'VIII secolo in Giappone era considerata un sostituto del sandalo. Queste differenze dimostrano che il riferimento ultimo di Inken non era la statua del Seiryōji ma l’immagine di Śākyamuni voluta da Udayana.

Autore
Inken (attr.)
Editore
Bunkachō (Agency for Cultural Affairs)
Data
Periodo Kamakura, XIII secolo
Formato
altezza 97 cm
Tipo
Legno parzialmente dipinto
Tipo documento
Gestione diritti

Importante proprietà culturale

Riferimenti bibliografici

Capolavori della scultura buddhista giapponese​, a cura di Takeo Oku, Mondo Mostre, Roma 2016 (catalogo della mostra - Scuderie del Quirinale, Roma. luglio-settembre 2016).