Nyoirin Kannon
Soggetto
Scultura buddhista giapponese
Descrizione

Questa statua a sei braccia che poggia il viso assorto in meditazione sul palmo della mano destra è uno dei sei Kannon (Avalokitêśvara) del Daihōonji di Kyoto. Secondo il bodhisattva Kannon accorre per salvare i fedeli non appena li sente invocare il suo nome e si manifesta sotto differenti aspetti a seconda delle preghiere che gli vengono rivolte. Nel buddhismo esoterico Kannon è rappresentato, riprendendo l’iconografia delle divinità indiane, con più teste e più braccia che indicano i suoi accresciuti poteri salvifici. Quello dei “Sei Kannon” è uno schema tipico, composto da un Kannon dall’aspetto umano e cinque dall’aspetto sovrumano che si dedicano alla salvezza degli esseri viventi in ciascuno dei sei mondi dove le anime sono destinate a seconda dei meriti acquisiti nella vita precedente. I testi del buddhismo esoterico spiegano che la meditazione del Nyoirin Kannon nasce dalla «compassione per le sofferenze di tutti coloro che possiedono un’anima». Questa interpretazione è valida anche per gli altri bodhisattva rappresentati in pose analoghe. Il tema del bodhisattva in meditazione era presente in India, oltre che nelle immagini di Kannon, anche nelle rappresentazioni di Śākyamuni prima che abbandonasse il secolo. <br />In Cina le figure che accompagnavano Miroku (Maitreya) presentavano questo schema che fu applicato direttamente a Miroku quando questo modello fu introdotto in Giappone dalla Corea. Si tratta sempre di rappresentazioni della pietà nei confronti delle sofferenze dei viventi. All'interno della statua di Juntei Kannon, uno dei sei Kannon del Daihōonji, è presente un’iscrizione da cui sappiamo che fu realizzata nel 1224 da Higo Jōkei (1184 - 1256). Ogni statua presenta differenze nella rappresentazione del corpo, nell'espressione del volto e nell'abbigliamento che possono essere dovute sia alla presenza di diversi artisti sia alla volontà di conferire varietà al gruppo scultoreo. Si ritiene che le altre statue siano state realizzate da allievi o della medesima scuola di Higo Jōkei, anche se fu lui probabilmente a elaborare il progetto complessivo. Higo Jōkei appartiene alla generazione successiva a Unkei, il busshi che più di tutti ha rappresentato l’arte del periodo Kamakura. Il gruppo scultoreo in questione è la sua prima opera documentata mentre la sua attività è nota fino al 1256. Quando Tankei, figlio di Unkei, fu incaricato della realizzazione della statua principale del Kōdō (“Sala dei sermoni”) del Tōdaiji, Jōkei diresse l’esecuzione della statua secondaria raffigurante Yuima Koji: ciò fa ritenere che avesse una posizione rilevante all’interno della scuola Keiha.La statua esposta è in legno di torreya nucifera e non è dipinta. I testi del buddhismo esoterico prescrivono i metodi con cui scolpire statue di Kannon in legno di sandalo. Un commentario cinese stabiliva che se questo legno non era disponibile si potevano utilizzare materiali alternativi: questa interpretazione portò alla realizzazione delle “statue in sandalo” virtuali (in realtà in legno di torreya nucifera) prodotte in gran numero in Giappone a partire dal tardo periodo Nara con le stesse caratteristiche di questa statua. Nei testi dell’epoca queste statue sono definite nyohōbutsu,ovvero realizzate secondo la legge buddhista e per questo motivo erano ritenute dotate di poteri particolari. Il loro particolare carattere sacrale si evince anche dall’utilizzo di un collante vegetale come l’urushi al posto dell’abituale <em>nikawa</em> che essendo di origine animale comportava l’uccisione di esseri viventi. Daihōonji, Kyoto Importante proprietà culturale

Autore
Higo Jōkei
Data
Periodo Kamakura, 1224
Formato
Altezza 96,1 cm
Tipo
Legno non dipinto
Tipo documento
Riferimenti bibliografici

Capolavori della scultura buddhista giapponese​, a cura di Takeo Oku, Mondo Mostre, Roma 2016 (catalogo della mostra - Scuderie del Quirinale, Roma. luglio-settembre 2016).