Maschera gigaku (lacca secca)
Soggetto
Scultura buddhista giapponese
Descrizione

La maschera in lacca secca, con la bocca aperta e l’espressione irata, rappresenta il personaggio di Kongō; la maschera è priva dei capelli originariamente raccolti a bulbo sopra la testa. Kongō e il suo compagno Rikishi, rappresentato con la bocca chiusa, sono le divinità che proteggono Śākyamuni ma nel gigaku compaiono in storie in cui castigano Konron, un essere mostruoso del Sudest asiatico mezzo uomo e mezzo animale che cerca di sedurre una giovane donna.
Il gigaku è un’arte teatrale e musicale che, secondo la tradizione, fu introdotta in Giappone nel 612 da Mimashi, un coreano di Paekche che a sua volta l’aveva appresa nel regno cinese di Wu. Da fonti scritte e materiali sappiamo che nel VII e nell’VIII secolo le funzioni dei grandi templi erano accompagnate da esibizioni di gigaku; in seguito però quest’arte decadde. Secondo testi di epoche successive, nel gigaku comparivano in successione vari personaggi che si esibivano in brevi scene o in danze accompagnati da musica. Attualmente si conservano oltre duecento maschere gigaku, la maggior parte risalente al VII e VIII secolo, provenienti dallo Hōryūji e dal Tōdaiji.
La maschera fu utilizzata il 9 aprile 752 durante la cerimonia di consacrazione del Grande Buddha del Tōdaiji. Durante la cerimonia di consacrazione del Grande Buddha si esibirono quattro gruppi di attori gigaku. La generosa serenità che percepiamo in queste maschere è tipica dell’arte plastica del periodo Nara.

Editore
Bunkachō (Agency for Cultural Affairs)
Formato
altezza 31,2 cm
Tipo
Lacca secca dipinta
Tipo documento
Gestione diritti

Importante proprietà culturale

Riferimenti bibliografici

Capolavori della scultura buddhista giapponese​, a cura di Takeo Oku, Mondo Mostre, Roma 2016 (catalogo della mostra - Scuderie del Quirinale, Roma. luglio-settembre 2016).