Mary, bambina di circa 10 anni, rimasta orfana dei genitori, viene mandata dall’India in Inghilterra, nella magione del tutore, suo zio, il quale aveva sposato la gemella di sua madre, rimanendo presto vedovo. Mary, sempre sola, esplora la grande residenza nobiliare (Masselthwaite Manor) e un giorno d’inverno seguendo un pettirosso scopre un giardino abbandonato e serrato. Trovata la chiave nella stanza della zia, apre il cancello e si inoltra nel giardino. Qui, assieme al contadinello Dickon, comincia a liberarlo/ripulirlo dalle erbacce, a portare alla luce le piante soffocate, a coltivarle. Scopre anche Colin, suo cugino, tenuto segregato in camera perché creduto malato. Inizia così, con questa amicizia segreta e la coltivazione del giardino, la rinascita, la guarigione di Colin, di Mary, del giardino e del padre stesso di Colin, vedovo inconsolabile.
L. Falqui e R. Milani, L’atelier naturale. Cinema e giardini, Cadmo, Fiesole, 2008