"Sulla linea grigia dell'asfalto, dietro la motoretta, sfilano i ciclisti in gara. I passanti si fermano a guardarli e l'attesa è nella loro fissità frontale che contrasta con il dinamico profilo delle figure in corsa. Gli alti palazzi non fanno solo da sfondo all'avvenimento, ma vi partecipano intensamente attraverso le modulazioni cromatiche delle facciate su cui si libera l'euforia decorativa delle innumerevoli finestre trasparenti e delle aeree antenne. L'incontenibile gioiosità per l'esperienza viene così trasmessa a ogni cosa che magicamente si anima della vibrazione interiore dell'autore: il piacere di raccontare e di raccontarsi diventa ritmo poetico" (Persini, Palladini et al., 2000, p. 128).
Rosa Persini, Maria Palladini et al., 2000, Lo sguardo innocente. L'arte, l'infanzia, il '900, catalogo della mostra, Mazzotta, Milano, p. 128.