L’Osservatorio astronomico di Greenwich è attraversato dal cosiddetto “primo meridiano” (o “meridiano fondamentale”), il semicerchio massimo, passante per i Poli a cui è assegnato, convenzionalmente, un valore della longitudine pari a zero. Il “primo meridiano” non ha nulla di più rispetto a tutti gli altri, è semplicemente un riferimento, ma la scelta di dove dovesse essere collocato è stata oggetto di una lunga contesa.
Cominciamo dall’inizio: il primo ad avere l’idea di suddividere la Terra in meridiani e paralleli fu Dicearco da Messina, un geografo vissuto nel IV secolo a.C. Egli decise che il “meridiano fondamentale” doveva essere quello che passava attraverso l’isola di Rodi e si trovava grosso modo al centro del mondo conosciuto alla sua epoca, che si estendeva in longitudine dalle colonne d’Ercole all’India e in latitudine dall’Africa del Nord alle regioni del Nord Europa. Il grande astronomo e geografo Tolomeo, vissuto circa seicento anni dopo, decise di spostare il meridiano in quelle che si ritenevano le terre emerse più occidentali del mondo: le isole Canarie (che all’epoca si chiamavano Fortunate). Nel Cinquecento, con l’avvio delle grandi esplorazioni transoeceaniche, le potenze marittime dell’epoca adottarono ciascuna un “proprio meridiano fondamentale”: il Portogallo scelse l’isola Terceira delle Azzorre, la Spagna la città di Toledo e gli olandesi optarono per l’isola El Hierro (Il Ferro), la più a ovest dell’arcipelago delle Canarie. Nel 1634 anche la Francia intraprese le prime esplorazioni transoceaniche e il re, Luigi XIII, convocò astronomi e cartografi di tutta Europa affinché stabilissero un unico meridiano di riferimento. La scelta cadde sull’isola de El Hierro, anche e soprattutto in virtù del fatto che le loro misure, errate, lo avevano collocato ad una distanza di 20° precisi dal meridiano passante per Parigi. Circa quarant’anni dopo veniva fondato l’Osservatorio Reale di Greenwich e il motivo della sua istituzione si trova nel discorso pronunciato dal re, Charles II (1630-1675), nel 1675, in occasione della nomina del primo astronomo reale: John Flamsteed (1646-1719). Questi avrebbe dovuto “applicarsi con massima cura e diligenza al rettificare le tavole dei moti dei cieli, e le posizioni delle stelle fisse, per scoprire la tanto desiderata longitudine dei luoghi per il perfezionamento dell'arte della navigazione”.
La determinazione della longitudine delle imbarcazioni era un problema pressante, che sarebbe stato risolto quasi cent’anni dopo, nel 1753, con l’invenzione del cronometro marino, ad opera dell’orologiaio inglese John Harrison (1693-1776): il suo cronometro, a differenza degli orologi a pendolo, non perdeva di precisione per effetto del rollio delle imbarcazioni. Più di un secolo dopo, nel 1884, in riconoscimento dell’invenzione di Harrison, la Conferenza internazionale dei meridiani avrebbe deciso di attribuire il ruolo di “meridiano fondamentale” al meridiano che attraversava la cupola dell’Osservatorio di Greenwich. La scelta non sarebbe stata indolore, specialmente per i francesi che avevano tentato, in tutti i modi, di ottenere che il “primo meridiano” fosse quello che passava per Parigi e si sarebbero rassegnati ad adottare il meridiano di Greenwich solamente nel 1911.