Precedentemente all’invenzione della stampa i globi venivano dipinti a mano, come nel caso del globo terrestre più antico e tuttora esistente: l’Erdapfel realizzato nel 1492 dal cartografo e astronomo tedesco Martin Behaim (1459-1507) e conservato al Museo Nazionale di Norimberga. Nel 1507 un altro cartografo tedesco, Martin Waldseemüller (1470-1521), pensò che avrebbe potuto sfruttare la neonata invenzione della stampa per realizzare i globi terrestri ed inventò i fusi: strisce comprese tra due meridiani, la cui forma rimanda proprio a quella del fuso. I globi di Waldseemüller non sono sopravvissuti all‘usura del tempo, ma sono giunti fino a noi quelli realizzati, con la stessa tecnica, da Johannes Schöner (1477-1547), matematico ed astronomo, oltre che cartografo, e proprietario di una stamperia a Bamberg, in Germania. Per costruire i globi, quindi, si incidevano i fusi (o i semifusi nel caso di globi di dimensioni particolarmente grandi) su lastre di rame che venivano stampate sulle strisce di carta. Le stampe, in bianco e nero, venivano successivamente colorate e si procedeva anche ad aggiungere alcune miniature. I fusi (o i semifusi) di carta venivano incollati su sfere cave di cartapesta ricoperte di gesso oppure su sfere di legno e, infine, su di essi veniva spalmata una sostanza protettiva composta di resine naturali.