La pittura di Giorgio Morandi
Giorgio Morandi (Bologna 1890-1964) è stato un pittore e incisore italiano. Fu uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento ed è considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo.
La sua pittura si può definire unica e universalmente riconosciuta; celebri le sue nature morte in cui gli oggetti rappresentati (bottiglie, vasi, caffettiere), sono portati fuori dal loro contesto funzionale e analizzati nella loro pura essenza.
Noto per il suo carattere solitario, lontano dalle mode e dalla mondanità artistiche, il pittore percorse un cammino libero e indipendente, caratterizzato dal rigore e dall’unicità, concentrando la sua ricerca in pochissimi soggetti.
Morandi – pittore ma anche incisore – si formò all’Accademia di Bologna. Le sue prime opere risentono dell’arte coeva, in particolare di Cézanne e del primo Cubismo, ma nel tempo si interessa anche alla pittura di Giotto, del Quattrocento italiano e di Caravaggio. Esordisce partecipando a una mostra futurista nel 1914 e subito dopo a una della Secessione Romana, per avvicinarsi, nel primo dopoguerra, alla Metafisica di de Chirico e Carrà (come si può chiaramente vedere in due nature morte della Pinacoteca di Brera). A partire dal 1920 comincia a maturare e a definire la sua poetica, che si fa sempre più personale, mentre nel decennio successivo intensificherà la ricerca della materia cromatica, anche con impasti di colore sulla tela. La mostra, seguendo linee cronologiche e tematiche, illustra l’intero percorso.
Cesare Brandi, Morandi lungo il cammino, Milano, Rizzoli, 1970
Franco Solmi, Morandi: storia e leggenda, Bologna, Grafis, 1978
Roberto Longhi, Giorgio Morandi al Fiore, Milano, Electa, 1990
Immagini tratte da:
Calogero Pirrera, Giorgio Morandi al Vittoriano. In dialogo con l’essenza delle cose (2015),
Retrieved October 28,2021, from https://www.artribune.com/report/2015/03/giorgio-morandi-al-vittoriano-in-dialogo-con-lessenza-delle-cose/
- Accedi o registrati per poter commentare