Bonten (Brahmā)
Soggetto
Scultura buddhista giapponese
Descrizione

Questa statua che aggrotta le ciglia fissando intensamente l’osservatore e stata tramandata nell’Akishinodera di Nara come immagine di Bonten, figura corrispondente a Brahmā (il dio induista creatore dell’universo), assimilato nel buddhismo come divinità protettrice della dottrina insieme a Taishakuten (Śakra), anch’esso un dio induista che vive sulla vetta del mondo degli uomini. Nelle immagini della vita di Śākyamuni e rappresentato, in coppia con Taishakuten, come un prezioso aiutante del maestro. Bonten fu rappresentato dal periodo Nara con l’aspetto di un nobile mentre dal periodo Heian nell’ambito del buddhismo esoterico fu raffigurato anche con quattro volti e quattro braccia seduto su un’oca, come nel Kōdō (“Sala dei sermoni”) del Tōji.
La statua esposta veste una corazza attraversata in diagonale da un drappeggio, uno schema che si trova più comunemente nelle rappresentazioni esoteriche di Taishakuten. La testa e realizzata in lacca secca (kanshitsu) mentre il corpo in legno, come riportato nell’iscrizione sul perno che collega la testa al busto, e un rifacimento del 1289, quando la statua fu anche ridipinta.
La tecnica della lacca secca fu introdotta in Giappone agli inizi del VII secolo e dalla seconda meta di quel secolo fu utilizzata per la statuaria buddhista. Nell’VIII secolo numerose statue furono realizzate con questa tecnica. La tecnica della lacca secca ha due varianti: dakkatsu e mokushin. La prima e di origine cinese e consiste nell’incollare con lacca urushi vari strati di tessuto di lino su una matrice d’argilla; una volta indurita la lacca, con un taglio praticato sul retro si elimina l’argilla all’interno. Per realizzare i particolari e definire i contorni si applica una pasta ottenuta mescolando polvere di legno o lino con lacca urushi. La seconda e una tecnica sviluppata in Giappone nella seconda meta dell’VIII secolo sostituendo la matrice in argilla con un’anima in legno. La statua esposta e stata realizzata con la tecnica dakkatsu kanshitsu.
Nell’Akishinodera sono conservate tre statue con testa in lacca secca e corpo in legno e le analogie tecniche e stilistiche fanno ritenere che facciano parte di un medesimo gruppo. Si conservano anche frammenti di lacca secca e elementi di rinforzo interno in legno provenienti da queste statue. Non sappiamo se i corpi avessero originariamente il medesimo aspetto di quelli attuali; e molto probabile che al momento del rifacimento i corpi originali fossero comunque ancora esistenti, anche se inutilizzabili. L’Akishinodera e un tempio che risale a prima del 780 e alla sua fondazione contribui Zenshu, gojisō (monaco preposto a invocare la protezione divina per il sovrano) dell’imperatore Tenmu (sul trono dal 781 all’806). Le teste di queste statue, che si ritiene risalenti all’epoca della fondazione del tempio, mostrano le caratteristiche dello stile Tang introdotto in Giappone con l’arrivo del monaco cinese Ganjin (Jianzhen) nel 754.

Editore
Akishinodera, Nara
Data
Testa: periodo Nara, VIII secolo
Corpo: periodo Kamakura, 1289
Formato
Altezza 205 cm
Tipo
Testa: lacca secca dipinta; Corpo: legno dipinto
Tipo documento
Gestione diritti

Importante proprietà culturale

Riferimenti bibliografici

Capolavori della scultura buddhista giapponese​, a cura di Takeo Oku, Mondo Mostre, Roma 2016 (catalogo della mostra - Scuderie del Quirinale, Roma. luglio-settembre 2016).