Bologna città della pallacanestro

Inventato nel 1891 in America da un insegnante canadese, James Naismith, il gioco del basketball trova diffusione nel nostro Paese già nel primo dopoguerra. Ma è negli anni Trenta che la pallacanestro, come viene rinominata dalla dittatura fascista, conosce un significativo decollo della popolarità tra i giovani, in particolar modo nella città di Bologna. Inizia qui una lunga storia d'amore tra i bolognesi ed il basket, che dai cortili come quello del liceo Minghetti passa per la chiesa sconsacrata di Santa Lucia, in via Castiglione, allo spiazzo antistante lo Stadio Littoriale (l'odierno Dall'Ara), per poi trasferirsi negli spazi della Sala Borsa, in via Ugo Bassi, e vedere infine l'inaugurazione, nel 1956, del PalaDozza in Piazza Azzarita. Ed ecco che la storia della città si intreccia, indissolubilmente, con quella del suo sport più amato: visitando i luoghi di "Basket City", si ripercorre oltre un secolo di storia della città, dal primo dopoguerra al ventennio fascista, dalla rinascita degli anni '50 ai ruggenti anni '70, che vedono l'emergere della grande rivalità tra le due anime della Bologna dei canestri, Virtus e Fortitudo. La pallacanestro arriva ad essere un vero e proprio patrimonio culturale immateriale della città, al punto che il PalaDozza è destinato ad ospitare, in un prossimo futuro, il Museo del Basket, progetto tuttora unico in Italia.

Questa sala bianca è dedicata al racconto di tale patrimonio culturale, in un viaggio tra i luoghi della città che hanno visto lo sviluppo del gioco e la storia delle sue principali squadre che ha un unico, inevitabile, punto di arrivo: il PalaDozza, il "tempio" del basket bolognese.